Questa felicità
Questa felicità promessa o data
m'è dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste è questo
brivido
che sommuove il molteplice
nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il
fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.
A mia madre dalla sua casa
M'accoglie la tua vecchia, grigia
casa
steso supino sopra un letto
angusto,
forse il tuo letto per tanti anni.
Ascolto,
conto le ore lentissime a passare,
più lente per le nuvole che
solcano
queste notti d'agosto in terre
avare.
Uno che torna a notte alta dai
campi
scambia un cenno a fatica con i
simili,
infila l'erta, il vicolo, scompare
dietro la porta del tugurio. L'afa
dello scirocco agita i riposi,
fa smaniare gli infermi ed i
reclusi.
Non dormo, seguo il passo del
nottambulo
sia demente sia giovane tarato
mentre risuona sopra pietre e
ciottoli;
lascio e prendo il mio carico
servile
e scendo, scendo più che già non
sia
profondo in questo tempo, in
questo popolo.
Poesie
di Mario Luzi
|