E' difficile dire
con parole di figlio
ciò a cui nel cuore
ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al
mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato
sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo
dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua
grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile.
Per questo è dannata
alla solitudine la
vita che mi hai data.
E non voglio esser
solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore
di corpi senza anima.
Perché l'anima è
in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il
tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato
l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile,
di un impegno immenso.
Era l'unico modo per
sentire la vita,
l'unica tinta,
l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è
la confusione
di una vita rinata
fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti
supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con
te, in un futuro aprile…
poesie di Pasolini
L'alba
meridionale
Torno, ritrovo il
fenomeno della fuga
del capitale,
l'epifenomeno (infimo)
dell'avanguardia. La
polizia tributaria
(quasi accertamento
filosofico
sugli incartamenti
di un poeta)
fruga in quel fatto
privato che sono i soldi,
contaminati da carità,
dolenti
di inspiegabili
consunzioni, e pieni
di senso di colpa,
come il corpo da ragazzi:
però con mia
gongolante leggerezza perché qua,
non c'è da
accertare nulla, se non la mia ingenuità.
Torno, e trovo
milioni di uomini occupati
soltanto a vivere
come barbari discesi
da poco su una terra
felice, estranei
ad essa, e suoi
possessori. Così nella vigilia
della Preistoria che
a tutto ciò darà senso,
riprendo a Roma le
mie abitudini
di bestia ferita,
che guarda negli occhi,
godendo del morire,
i suoi feritori…
Poesie
di Pier Paolo Pasolini